La comunicazione assertiva ha il suo fondamento nella fiducia che il soggetto ha nei confronti delle proprie opinioni e nel suo sentirsi in diritto di esprimerle, senza remore, assumendosene completa responsabilità (Giusti, 2000). L'assertività è un comportamento che si colloca in una posizione intermedia tra il comportamento passivo e il comportamento aggressivo.
Il comportamento passivo si caratterizza per la difficoltà a reagire alle situazioni: le si subisce e non si riesce a dire di no, o a rifiutare qualcosa che non si desidera. In pratica si tende a valorizzare e a dare importanza alle idee e ai bisogni altrui, mentre si è fortemente critici e svalutanti nei confronti dei propri. Il comportamento aggressivo, viceversa, si caratterizza per l'arroganza e la prepotenza con cui vengono espresse le proprie opinioni ed senza alcuna considerazione per quelle altrui. Nel comportamento aggressivo non viene espresso nessun rispetto per la persona con cui si sta interagendo. Il comportamento assertivo implica, invece, la consapevolezza dell'amore per se e conseguentemente dell'amore e del rispetto per gli altri, perché solo apprezzando e riconoscendo le qualità della propria persona si possono individuare e apprezzare le stesse qualità nell'altro e in generale, nell'essere umano. Il comportamento assertivo riconosce la propria e l'altrui libertà, che non significa anarchia o assenza di regole, ma libertà da pregiudizi e condizionamenti ambientali che possono indurre ad assumere comportamenti negativi per sé" (Giusti, 2000).
L'assertività, in sintesi, si caratterizza per:
Lo stile interattivo che l’individuo può assumere è rappresentabile come un continuum ai cui limiti estremi si collocano, in contrapposizione, da un lato lo stile passivo o remissivo dall’altro quello aggressivo. Quello che si individua come lo stile assertivo occupa la parte centrale di questo continuum.
Questa divisione è puramente teorica dato che ognuno di noi può slittare da un comportamento all’altro sotto la pressione degli eventi ambientali. Possiamo visualizzare questo modello attraverso una linea ideale:
PASSIVO---------------------------------ASSERTIVO------------------------------AGGRESSIVO
Nonostante sia frequente saltare da uno stile all’altro, uno di questi stili di condotta tende ad affermarsi sugli altri in ognuno di noi. Si avranno quindi persone fondamentalmente passive, altre aggressive ed altre assertive. Quello che realmente conta è essere in grado di discriminare tra questi tre modelli comportamentali e muoversi verso un comportamento sempre più assertivo. I comportamenti anassertivi (passivo e aggressivo) sono inevitabilmente all’origine dei disagi sociali che proviamo. Il comportamento assertivo è la chiave del nostro successo e del nostro benessere.
Il perno che caratterizza il rapporto anassertivo (sia passivo che aggressivo) e quello assertivo consiste nel “senso del valore personale”. Esso è basso sia in colui che, inibito, si arrende al volere altrui e reprime i propri desideri, sia in colui che per raggiungere i propri obiettivi ha bisogno di imporsi con violenza, disconoscendo il valore altrui.
IL COMPORTAMENTO PASSIVO
Il comportamento passivo è inadeguato poiché genera frustrazione, insicurezza, senso di colpa, ansia e porge il fianco a manipolazioni. Esso porta a subire gli altri provocando disagio. Subire gli altri può significare tanto il non essere in grado di rifiutare un favore quanto il dover subire costantemente soprusi e umiliazioni.
Subire costantemente gli altri e per questo sentirsi frustrati porta l’individuo a sentirsi impotente e a crearsi un’immagine negativa di se stesso. Come risultato, egli tenderà ad isolarsi sempre di più.
Il comportamento passivo agisce sotto l’impulso di compiacere gli altri ed evitare conflitti ad ogni costo. Esso pone l’immediato vantaggio di evitare situazioni ansiogene e acquistare un giudizio di generosità, altruismo, persona servizievole, tranquilla. Tuttavia, a lungo termine, finirà per far perdere la stima in sé instillando risentimento e senso di rabbia.
IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO
Il comportamento aggressivo si presenta come una risposta imprevedibile, esplosiva, sproporzionata allo stimolo, che causa senso di colpa, espressioni di ostilità e invasione dello spazio altrui. Genera negli altri posizioni di difesa poiché viola il mondo altrui. Non realizzando la dignità di alcuno, nel tempo produce isolamento e solitudine. Lo scopo è quello di dominare gli altri forzandoli a perdere.
Essere aggressivi non vuol dire necessariamente esercitare violenza fisica sugli altri: fanno parte dell’aggressività tutta una serie di atteggiamenti e modi di pensare che hanno in comune la violazione dei diritti altrui e la noncuranza per i loro stati d’animo.
Rendersi conto della propria aggressività non è facile: spesso la persona aggressiva riesce ad ottenere ciò che vuole con la prepotenza e quindi, per quanto lo riguarda, “tutto va bene”. In realtà l’aggressivo paga a lungo termine le conseguenze del proprio comportamento: sarà emarginato e finirà per circondarsi di persone tanto più passive quanto più egli sarà aggressivo.
Dire “mi piace/non mi piace” è assertivo. Dire “è buono/non è buono” è aggressivo, con quest’ultima modalità si giudica anche per gli altri utilizzando i propri parametri. Una persona può affermare “la cucina macrobiotica è disgustosa”, in realtà è a quella persona che non piace. Le persone aggressive dovrebbero imparare a distinguere tra le loro opinioni e la realtà oggettiva: le cose non sono “buone/cattive” di per se stesse, sono tali agli occhi di chi le giudica. È un nostro diritto giudicare per noi stessi ma non per gli altri.
IL COMPORTAMENTO ASSERTIVO
La persona assertiva si colloca tra il passivo e l’aggressivo. Le regole sulle quali poggia lo stile assertivo sono di soggettiva relatività:
Questo è ciò che penso io
Questo è ciò che sento io
Questa è la situazione come la vedo io.
L’assertivo non coglie la sfida dell’aggressivo e non infierisce sul passivo, egli è così in grado di gestire in modo efficace le relazioni umane. Per acquisire uno stile assertivo si considerano fondamentali le abilità verbali e quelle non verbali della comunicazione. Inoltre, è importante tenere in considerazione i diritti assertivi.